La manovra di accorciamento muscolare e sollecitazione di trazione come soluzione a diverse patologie; solo apparentemente distanti tra loro ma in realtà accomunate dalla necessità di recupero di forza muscolare attraverso l´intervento del Sistema Nervoso Centrale.
La fenomenica riguardante il muscolo obiettivo delle diverse manovre prevede una continua modificazione del parametro "lunghezza muscolare", ottenuta per mezzo di mobilizazioni veloci delle parti molli periarticolari.
I descritti cambiamenti riguardanti la lunghezza muscolare attivano l´organizzazione fusoriale in parallelo, concretizzando il paradosso di aver attività elettrica in un contesto muscolare privo di dissipazione enegetica (muscolo rilasciato).
L´equifinalità, a dispetto di perturbazioni transitorie (cioè indotte dalla manovra terapeutica) costituisce il passaggio cruciale di questa procedura terapeutica nell´ipotesi equilibrium-point (Vedi articolo di Feldman A.G. Superpostion of Motorprogram I.II. Neurosci 1980; 5:81-95).
Possiamo quindi supporre che la manovra terapeutica in effetti appartenga alla famiglia delle perturbazioni destabilizzanti ed obbligli il S.N. a cambiare i comandi centrali, ricostituendo nell´organizzazione neurale del muscolo bersaglio la capacità di equilibrare forze su tutto il proprio parametro riguardante la lunghezza, e tornando a poter eseguire movimenti in termini di variabili meccaniche (traiettoria di movimento, angolo articolare, posizione articolare finale, ampiezza di movimento, velocità, quota di attivazione muscolare ed attività elettromiografica, stifness, forza o torque, ecc).